Cla si sta portando dietro un concetto zen, ma non gliel’ho detto subito, non mi avrebbe mai fatto finire … “naa, troppo spirituale!”.
“Mi porti il tuo libro dei kanji? Devo trovare un soggetto per il mio prossimo tatuaggio.” mi aveva chiesto. Non mi andava di lasciarla in balia degli ideogrammi, più che altro temevo che si facesse rapire da un simbolo quale “carpa” o “pozzanghera” o “sake” o “involtino primavera”, che, per quanto possano essere belli esteticamente, non hanno un vero e proprio stimolante significato.
Non se n’abbia a male la carpa, che, secondo me, è tra i pochi ad aver capito tutto della vita!
Quindi …
Le ho fatto vedere una calligrafia che mi piaceva, senza spiegarle nulla: le andava a genio, perché con Cla è così: o godi della sua approvazione o … “gaute da suta” come diciamo noi in Giappone.
Comunque…
Primo scopo dell’arte, suscitare odio o amore, raggiunto!
Mancava solo la traduzione… QUI ED ORA.
Era ancora d’accordo.
Ma perché le ho proposto proprio questa calligrafia?
Perché secondo me sarebbero state bene insieme !
Chi l’ha fatta?
E’stata eseguita qualche anno fa dal Maestro Pascal Krieger, una di quelle persone che una volta conosciute non si possono dimenticare. Professa semplicità e costanza senza troppe parole, ma dando dimostrazione di riuscire a rendere pratica la teoria vivendo. La sua coerenza tra pensiero e azione mi affascina sempre..
Come è stata fatta?
Lo stile di scrittura utilizzato è lo Gyosho: tappa necessaria tra il Kaisho, una specie di stampatello con tratti precisi e proporzionati, rappresentazione della terra ed il Sosho, simile alle nostre personali firme, l’evoluzione massima e minimalista del tratto, rappresentazione del cielo. Nello specifico, questo carattere intermedio, può essere paragonato al corsivo, una volta acquisite le tecniche di base le emozioni intervengono personalizzando il tratto: rappresenta l’uomo nelle suo percorso di conoscenza della propria sensibilità. E’ stato utilizzato un pennello di medie dimensioni, intinto nel sumi, inchiostro dall’inebriante profumo e lasciato scivolare tanto dolcemente quando solidamente su di un foglio di carta di riso, non troppo grande.
Dove è stata rintracciata?
E’ stata presa dal primo libro di raccolta di calligrafie del Maestro P.Krieger, nel quale vengono proposte alcune calligrafie con il solo intento di “piacere alla vista e solleticare lo spirito” come ha voluto specificare.
Come si legge e cosa vuol dire?
La calligrafia presenta quattro caratteri e si leggono : ICHI GO ICHI E , letteralmente si traducono con UN ISTANTE UNA ESPERIENZA.
Trattasi di un concetto zen presente in tutte le discipline orientali che invita a vivere il presente, dimenticando quello che si sa e evitando di immaginare ciò che sarà.
Quello che è stato non c’è più e ciò che deve venire non corrisponde ad alcuna realtà, l’unica cosa che conta è qui e ora, sempre attenti a ciò che accade per godere al massimo della vita.
Nella maggior parte del tempo il nostro spirito, la nostra mente, il nostro cuore vagabonda nel passato o nel futuro, ma raramente nel presente istante, l’unica e sola realtà che non tornerà più è che quindi è meglio starci senza scappare.
Che si giochi a calcio o che si pratichi arti marziali l’importante è che l’attività scelta porti a formare “belle” persone … un passo dopo l’altro, avendo modelli di riferimento che razzolano bene quanto predicano, agendo con dolcezza e fermezza inebriati dai profumi e dalle emozioni, senza troppo passato o troppo futuro vivendo tutto al massimo nel momento stesso in cui il “presente si presenta” … perché essere coscienti di ogni istante vuol dire vivere più intensamente , o perlomeno così dicono…
Troppo spirituale?
L’esatta risposta che mi avrebbe dato Cla?Magari sì …
….Ma, ripeto, secondo me, la calligrafia ed i suoi perché vanno proprio d’accordo con lei e la sua bellezza …
R.
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