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un’ altra estate da paura

28 Giugno 2007

È arrivata l’estate. Non me ne accorgo dal caldo, ma dall’agenda dei media: rimedi contro i colpi di sole, tabelle sugli orari più consoni per l’esposizione al sole, il PD (a proposito vorrei sottolineare come lo stato d’animo nel pensare a questo calderone sia affine al mio modo di utilizzare tale acronimo), consigli su cosa mangiare….ma soprattutto le violenze sulle donne. Sbattuta in prima pagina su tutti i giornali, da La Stampa al Manifesto, nei TG. con modi diversi ma sempre lì.

A ricordarci che d’estate c’è da aver paura..si diventa carne da macello.

Attenzione a non uscire da sola.

Occhio a chi ti guarda per strada, a come lo fa.

Le regole della paura sono sempre le solite: il nemico è quasi sempre diverso, più forte e l’unica salvezza è individuare i suoi punti deboli, come se in certe circostanze ci fosse il tempo e il cuore di capire la tipologia dello stupratore e dirgli le parole giuste per farlo smettere (ieri ho letto anche questa bestialità).

Mi rifiuto di pensare che anni di lotte abbiano portato a questo, la sofferenza di una vita diventa il riempimento di spazi che attendono i gossip; certo non posso pensare che sia davvero colpa del caldo oppure che le donne meno svestite scatenino appetiti incontrollabili….

Chi attraversa la violenza non torna indietro; non sarebbe forse sarebbe il caso di iniziare a parlarne davvero nelle scuole, in famiglia, togliendo finalmente quella cortina di senso di colpa che da sempre attanaglia le donne che subiscono un abuso?

Non sarebbe il caso di chiedere pene certe anche per questa tipologia di reato?

Scusate la riflessione, fra poco arriveranno argomenti più leggeri. 

Riporto qualche dato: nel 2006 le donne vittime di un atto violento sono state 1 milione e 150mila. Il 3,5% della donne fra i 15 e i 70 anni ha subito violenza sessuale, lo 0,3% è stato vittima di stupro o tentativo di stupro. Nel 70% circa dei casi gli stupri sono stati consumati dal partner. Nella maggior parte dei casi le violenze non vengono denunciate. Nel 31% la violenza accade fra le mura domestiche. L’aggressore è quasi sempre un familiare o un conoscente, solo nel 3,5% si tratta di uno sconosciuto.

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