granata

Oggi sto di merda. 

Lo so, è solo calcio ma ci sto di merda lo stesso.

Assistere al derby in tribuna è una sorta di ossimoro esistenziale: il granatismo non ammette compostezza, almeno non il mio.

Questo derby numero centoventidue l’abbiamo aspettato, preparato e vissuto come il nostro personalissimo sabato del villaggio, era la partita che consacrava il ritorno del Toro quello vero, quello che mette paura.

La Maratona e lo stadio avevano lo stato d’animo del nostro conducator, che come gli capita spesso ha sbagliato qualcosa ma è bello anche perché è così, è uno che sbaglia, che si incazza e sa essere assolutamente fazioso.

C’erano dei momenti di bolgia assordante, tutti con le mani su come non si vedeva da lustri.

In mezzo a noi, in tribuna, c’era  Rosina, con la sua ragazza normalissima (chissà ancora per quanto resisterà al fascino della velina???), il capitano del futuro Riki Vailatti  e la strampalata famiglia Malonga che sembrava appena uscita da un telefilm anni 80.

La partita è stata lo specchio della tradizione: entrambi poco belli ma loro fortunati e aiutati sul filo di lana, prima con la mancata espulsione della meretrice cecoslovacca poi con l’assegnazione di un gol chiaramente irregolare. 

Fa incazzare che se ne discuta.

L’artcolo 22 cita: “Quando il pallone, su tiro o passaggio del compagno, viene deviato per ultimo da un avversario (modifica del 2002), la posizione di un calciatore in fuori giuoco viene sanata? No, in quanto la valutazione del fuori giuoco deve essere effettuata al momento del passaggio del compagno".

Fa incazzare che se ne discuta.

E l’articolo 17:Il calciatore B si trova in posizione di fuori giuoco punibile quando il compagno B1 gli passa il pallone (fig. 1). Durante la traiettoria il difensore A devia il pallone che perviene ugualmente a B (fig. 2). Il tocco del difensore è irrilevante perché, al momento del passaggio, l'attaccante B si trovava già in posizione di fuori giuoco punibile.

Fa incazzare che se ne discuta.

Si potrebbe andare a pag. 103 e trovare questa simpatica vignetta esemplificativa:

Tollero l’errore, non la professione continua di impunità, come se potessero sempre essere superiori. 

E ora si va avanti, non si molla, noi siamo del Toro e dobbiamo ripartire a testa alta da quello stadio splendido, dalla pelle d’oca all’ingresso delle squadre, dalle lacrime del nostro capitano, dalle magliette sudate di chi c’era e dagli incoraggiamenti che ha ricevuto colui che avrebbe forse potuto esserci, dalla dignità e dalla passione che probabilmente non sono solo nostre, ma che gli altri non devono testare ogni fottuta domenica.

Forza Toro.