granata

“Ogni gesto che dalla gente comune e sobria viene considerato pazzo coinvolge il mistero di una inaudita sofferenza che non è stata colta dagli uomini.”

Alda Merini

Ovvero come trasformare una sconfitta da un evento da accettare, innanzitutto, e poi da analizzare in un casino da gestire.

Che non esista cultura della sconfitta è un dato di fatto, ma è un dato di fatto che cerco di non assorbire nel mio modo di lavorare: ci sta – eccome- che un mister sia più bravo di me a preparare e leggere una partita e che le avversarie abbiano maggiore determinazione testa gambe e tecnica rispetto alla mia squadra.

Per quanto noti che intorno a questo splendido sport gravitino personaggi che sono simpatici come un gatto nelle mutande (tipo gente che non saluta…ma dico…nemmeno il minimo sindacale), dico che ci sta.

Quindi onore a chi per primo esce dal nostro campo con un punteggio in mano (ci si rivede fra qualche mese).

E poi cerchiamo di capire cosa fa scattare quella vena di follia che porta la bilancia a pendere dalla parte che non è la nostra: perchè è vero che il finale è stato a senso unico ma lo è altrettanto che per i tre quarti l’equilibrio è stato pressochè assoluto.

La settimana sarà un’ottima prova innanzitutto per me: devo ricompattare animi diseguali intorno alla nostra idea comune e lavorare sulle carenze che ci ha restituito il campo.

Devo provare a capire cosa c’è dietro agli atteggiamenti senza pregiudizi e devo infondere la fiducia che sento.

Devo fare ripartire la nostra energia, perchè domenica, lo so, sarà tutta un’altra storia.

p.s. ieri sera ho detto le mie prima cazzate tipo la palleèrotonda a un giornalista, mi veniva un sacco da ridere.

il (cazzodi) tabellino: